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Ken Follett

LA COLONNA DI FUOCO

“La colonna di fuoco” è l’ultimo lavoro di Ken Follet e la continuazione, duecento anni dopo, della saga ambientata a Kingsbridge. Il romanzo, già atteso dai fan, uscirà in contemporanea mondiale il 12 settembre. In questo nuovo capitolo Follet ci conduce in un’Europa insanguinata dai conflitti religiosi tra protestanti e cattolici e all’interno delle lotte per il potere nelle corti del vecchio continente. Il 1558, anno d’avvio della storia, è segnato dalla morte dell’imperatore Carlo V e dall’ascesa al trono d’Inghilterra della protestante Elisabetta, giovanissima figlia di Enrico V e Anna Bolena. In questo scenario di lotte e di scontri non è possibile per i due protagonisti coronare il loro sogno d’amore: Will Willard, figlio di un ricco mercante protestante, e Margery Fitzgerald, figlia del sindaco cattolico di Kingsbridge, si devono piegare agli eventi che li circondano e cedere alle posizioni assunte dalle proprie famiglie. Costretto a fuggire dalla cittadina, il giovane Will è ingaggiato dal consigliere di Elisabetta I, sir William Cecil, per entrare a fare parte del primo servizio segreto della storia. Molti sono i nemici che minacciano la nuova regina e serve un corpo di spionaggio preparato e leale per difenderla. Un nuovo rischio, infatti, sta per apparire all’orizzonte ed è incarnato dalla cugina della regina: Maria. La cattolica regnante di Scozia ha deciso di rivendicare anche il titolo al trono inglese. Tradimenti, giochi di corte, opposizioni politiche si intrecciano agli scontri religiosi e rendono i decenni conclusivi del Cinquecento incandescenti. Tolleranza e compromesso, tirannide e politica, immaginazione e documentazione storica sono gli elementi in gioco in “La colonna di fuoco” di Ken Follett. 
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Carlo Rovelli

L'ORDINE DEL TEMPO

Dopo il successo mondiale di "Sette brevi lezioni di fisica", il 25 maggio torna in libreria Carlo Rovelli, che nel nuovo saggio racconta i misteri del tempo Dopo il successo mondiale di Sette brevi lezioni di fisica, il 25 maggio torna in libreria Carlo Rovelli, che nel nuovo saggio (sempre pubblicato da Adelphi) racconta i misteri del tempo: L’ordine del tempo, questo il titolo del volume, come spiega la scheda, tratta, appunto, di qualcosa della fisica che parla a chiunque e lo coinvolge, semplicemente perché è un mistero di cui ciascuno ha esperienza in ogni istante: il tempo. E un mistero non solo per i profani, ma anche per i fisici, che hanno visto il tempo trasformarsi in modo radicale, da Newton a Einstein, alla meccanica quantistica, infine alle teorie sulla gravità a loop, di cui Rovelli stesso è uno dei principali teorici. Nelle equazioni di Newton il tempo era sempre incluso, ma oggi nelle equazioni fondamentali della fisica il tempo sparisce.Passato e futuro non si oppongono più come a lungo si è pensato. E ciò che per la fisica si dilegua è proprio ciò che chiunque crede sia l’unico elemento sicuro: il presente.
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Jack Ritchie

IL GRANDE GIORNO 

"Fred dice che cento la settimana è abbastanza onesto, e si può anche vederla così. Non che sia in grado di provare alcunché. Non c’è nulla che dimostri che l’ho assoldato, e in realtà non l’ho fatto. Forse dovrei smettere di pagare, ma non posso correre rischi. Non si sa mai, con questi ubriaconi. E comunque sia, è pur sempre il denaro di Fay."

Han detto di lui che avrebbe potuto scrivere I miserabili in due paragrafi, perché l’arte della sintesi è una sua grande virtù.
Hitchcock lo amava per questo, e per l’eleganza con cui ti avvince subito e ti spiazza sempre.
Gli bastano pochi tratti per far vivere un personaggio; due frasi per catapultarti nella storia.
Assassini per caso, killer professionisti, studentesse, cuochi, scrittrici, alcolizzati, cassiere, detective, ereditiere, maggiordomi e gigolò ci attirano in case confortevoli, nella cella di un carcere, in una tenuta di campagna, al tavolo di un locale o in vicoli bui, dove c’è stata una vittima, ci sarà presto, o magari non ci sarà.
Ben non sa usare la pistola e chi gliela mette in mano se ne pentirà; fare jogging lungo la scogliera è salutare solo se tua moglie ti vuol bene.
Mentire sul suo piatto preferito può salvare la vita a un condannato a morte, e il sesso con un altro non è la forma più pericolosa di infedeltà.
E se la cassiera uccisa durante una rapina tornasse al mondo con l’unico scopo di redimere il suo assassino? E se il cugino dato per morto, unico erede del castello, ti rubasse le sigarette dal cassetto per farti capire che tanto morto non è?
Nei racconti di Jack Ritchie non ci sono eroi, e il male è sempre relativo: prontezza di spirito, intuito, freddezza e una buona dose di cinismo sono armi vincenti nel gioco delle parti di una possibile realtà.
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Daniel Mendelsohn

UN' ODISSEA un padre, un figlio e un' epopea

Quando Daniel Mendelsohn consente al padre Jay di seguire il suo seminario sull'Odissea, non conosce la portata del viaggio che insieme stanno per compiere. Settimana dopo settimana, il matematico ottantunenne prende posto fra le matricole del corso e, armato del suo impaziente rigore etico-scientifico, sfida gli insegnamenti dell'illustre classicista, suo figlio. A semestre concluso, poi, il loro viaggio prosegue oltre le mura dell'aula, in un'improbabile crociera a tema sulla via di Itaca. Daniel si scopre ora Telemaco, sulle tracce di un padre sconosciuto e inarrivabile, ora Odisseo, alle prese con la fragilità del decrepito Laerte. Ne nasce un memoir raffinato e struggente che sa dare carne, sangue e pensiero all'universalità dei classici.

Nel gennaio del 2011, al primo incontro del seminario sull'Odissea tenuto da suo figlio Daniel, mescolato alle matricole diciottenni siede Jay Mendelsohn, matematico e ricercatore scientifico all'epoca ottantunenne. «Sarà un incubo», pensa Daniel a fine mattinata, quando appare chiaro che Jay non si atterrà al ruolo di silenzioso uditore che aveva immaginato per lui. Il vecchio Mendelsohn è cresciuto nel Bronx ed era ragazzo durante la guerra. Detesta la debolezza e il raggiro, valuta le cose in base alla fatica per ottenerle e la sua sola fede è nelle scienze esatte. Non può non aver da ridire sulla figura di Odisseo, il polytropos, l'uomo dalle molte svolte, ma anche dai molti trucchi, lacrime, aiuti divini, donne. «Non capisco perché dovremmo considerarlo un grande erooooe», ripete Jay per lo stupore divertito degli studenti. Eppure, settimana dopo settimana, affronta le tre ore di viaggio da Long Island al Bard College per apprendere dalla voce di suo figlio delle Vacche del Sole e di Penelope e del nostos. E va oltre: quando Daniel, quasi per gioco, gli propone una crociera nel Mediterraneo che ripercorra i luoghi dell'epopea, Jay acconsente. Per Daniel è un'esperienza pregna di rivelazioni: per mano a suo padre capisce appieno lo sgomento dell'Ade; nei ricordi coniugali del vecchio genitore ritrova la forza dell'homophrosynē, il «pensare allo stesso modo», e in quell'uomo inaspettatamente tanto aperto e socievole, in classe come a bordo, non riconosce forse un Odisseo dalle molte svolte? Di certo è un Laerte, il cui corpo caduco presenterà il suo conto di lí a breve. «Ma la nostra odissea l'avevamo vissuta, - osserva Daniel prima che accada, - per la durata di un semestre avevamo navigato insieme, per cosí dire, attraverso quel testo, un testo che a me - e ai lettori con lui - sembrava sempre piú relativo al presente e meno al passato».

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Nuto Revelli

IL TESTIMONE - CONVERSAZIONIE INTERVISTE - 1966 - 2003

La memoria è il motivo che unisce tutti i miei libri: non dimenticare, non rimuovere. Tutto nasce dall'esperienza di guerra, sul fronte russo, che mi ha segnato per sempre". La guerra in Russia, la lotta partigiana, il ritorno a casa, il lavoro, il mondo dei vinti e quello dei vincitori, la grande disillusione. Nuto Revelli risponde alle domande dei suoi interlocutori senza filtri, senza risparmiarsi, ma sempre con un'attenzione ai "sommersi" della storia, troppo spesso dimenticati, e un'urgenza nel ristabilire continuamente il valore della testimonianza, della memoria come antidoto all'ignoranza e presupposto per godere e proteggere la libertà. Un'opera che raccoglie le interviste più significative a un grande testimone del Ventesimo secolo. Esce a undici anni dalla scomparsa di Nuto Revelli una bellissima raccolta di conversazioni e interviste curata con grande perizia da Mario Cordero. Un mirabile ritratto di un protagonista anzi un "Testimone" della storia del dopo guerra italiano. Un testo fondamentale per chi vuole conoscere o rileggere l'opera dello scrittore cuneese. 
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Luke Rhinehart

L' UOMO DEI DADI

Psicanalista affermato, ex studente modello, lucido, prestante, Luke Rhinehart conduce una vita ‘impegnata o, meglio, banale, intricata, in stato di libertà congelata’. Stufo di blaterare di psicanalisi, borsa e orgasmi, di ‘far passare i propri pazienti da uno stato di stagnazione tormentata a uno stato di stagnazione compiaciuta’, Luke è in crisi. La moglie è splendida, i figli adorabili, ma la famiglia gli appare ‘una specie di nodo scorsoio teso con infallibile precisione attorno alla gola’. E la psicanalisi, ‘un lussuoso tranquillante a effetto più che ritardato, soprattutto dubbio’.
Al termine di un’ennesima, paludosa serata di poker, Luke tenta un rimedio alla noia: scorge fra le carte da gioco un dado, e gli ‘affida’ una prima, formidabile decisione a ‘luci rosse’, che coinvolge la moglie del suo migliore amico. Ingolosito dagli esiti a dir poco sconvolgenti, Luke non resiste alla tentazione di proseguire il gioco nei giorni successivi. Anche perché il dado reagisce bene, benissimo, si rivela anzi un mezzo oracolo: risponde a ogni domanda, dalla più banale alla più estrema… lanciando, letteralmente, Luke, e con lui uno stuolo sempre più nutrito di ‘cultori’, in situazioni splendide quanto assurde, allucinanti ma illuminanti.
Capitoli roventi (di sesso) ed esplosioni comiche, animati da una pungente satira di luoghi comuni e cliché della nostra bigia Società del Tardo Impero, hanno fatto dell’Uomo dei dadi un successo clamoroso e duraturo in mezzo mondo.
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LEON DE WINTER

SE DIO FOSSE UNA DONNA.  SuperTex

 Se Dio fosse una donna, avrebbe la voce della dottoressa Jansen, psicanalista in Amsterdam.

Amsterdam, alba di un sabato.
Max, trentasei anni, erede della florida SuperTex, sfreccia con la sua Porsche fiammante.
Grasso, borioso, decisamente incazzoso, ha appena litigato con la fidanzata, licenziato la segretaria, saputo che una partita di vestiti in lavorazione a Taiwan non arriverà in tempo per la consegna.
Ciliegina sulla torta: a due passi dalla sinagoga, investe un ragazzino di famiglia chassidica. E la famiglia minaccia di estorcergli un bel po’ di quattrini.
Quanto basta per dichiarare lo stato di crisi, e affrontarla di petto.
Max decide di trascorrere il sabato sul lettino di una psicanalista.
In una giornata lunga trentasei anni – ma che vola in un lampo – ripercorre misfatti e conflitti di una vita; con il padre, il fratello, l’universo femminile e l’ortodossia ebraica.
Se Dio fosse una donna è un romanzo ruggente: scardina le porte della percezione di un uomo arrivato al punto di rottura; da un’affascinante prospettiva ebraica, spalanca una finestra sulla nostra confusa realtà.
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