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Giorgio Ballario
presenta
"L'EQUIVOCO DEL SANGUE"
La settima indagine del maggiore Aldo Morosini nell'Africa Orientale
CAPRICORNO edizioni
GIOVEDI' 21 NOVEMBRE
ore 18
Libreria L'IPPOGRIFO BOOKSTORE Corso Nizza, 1 CUNEO
info 0171601313
L’equivoco del sangue. Dicembre 1937. Mentre Asmara si prepara alla visita del duca d’Aosta, nuovo governatore dell’AOI, Morosini è alle prese con un caso spinoso.
La domestica eritrea di una delle famiglie più in vista della città è stata uccisa in strada a coltellate. Per far luce sul delitto, in compagnia degli immancabili Barbagallo e Tesfaghì, Morosini è costretto a sollevare il velo d’ipocrisia che nasconde i segreti del potente clan dei Bouchard, eredi di coloni arrivati in Africa alla fine dell’Ottocento e proprietari di vaste concessioni agricole.
Quando muore in circostanze misteriose anche la capofamiglia Maria Elena, il maggiore sospetta che i due decessi siano collegati e facciano parte di un oscuro intreccio di interessi, rancori e rapporti clandestini. Intanto Morosini è sempre più diviso tra l’amore epistolare con la lontana spia tedesca Erika Hagen e l’ardente passione per Lucilla Santacroce, una «donna perduta» che si rivela ben più di un’amica…
«La chiamata di Delle Piane e le pressioni politiche arrivate al comando della PAI non facevano pensare a nulla di buono. Chi era la vittima dell’omicidio per far mobilitare niente meno che il governatore dell’Eritrea? Perché l’uomo più potente di Asmara si era preso la briga di convocare il comandante della polizia e chiedergli di risolvere al più presto il caso? Ero perplesso. Nell’avvisarmi dell’assassinio, Barbagallo non mi aveva detto nulla di speciale sulla vittima, se non che si trattava di una donna eritrea di mezz’età che lavorava come domestica presso una famiglia di coloni italiani. Ecco, forse il motivo di tanta sollecitudine andava ricercato proprio nei suoi datori di lavoro: con tutta probabilità si trattava di persone altolocate, forse inserite nell’amministrazione coloniale o ai vertici del partito. In caso contrario, se la povera donna fosse stata al servizio di una famiglia normale, col cavolo che si sarebbe scomodato il governatore!»
In un territorio popolato soprattutto da coloni uomini, dove nonostante le proibizioni del regime sono all’ordine del giorno le relazioni stabili con donne indigene, Morosini scoprirà il peso dei legami di sangue e i drammi personali che si celano dietro queste famiglie non ufficiali. Ben più di una trama noir congegnata ad arte. Ben più di una ricostruzione storico-ambientale di precisione fiamminga.
Giorgio Ballario, è nato a Torino nel 1964, è giornalista e lavora a La Stampa. Ha pubblicato racconti in svariate antologie giallo-noir, tra cui, per Edizioni del Capricorno, Porta Palazzo in noir (2016) e Il Po in noir (2017), e sei romanzi tra cui per Edizioni del Capricorno, Il destino dell’avvoltoio (2017). Nel 2010 ha vinto con Morire è un attimo il Premio Archè Anguillara Sabazia e nel 2013 il Premio GialloLatino con il racconto Dos gardenias, pubblicato da Segretissimo Mondadori. Con Vita spericolata di Albert Spaggiari, biografia di un famoso ladro francese degli anni Settanta (2016), è stato finalista al Premio Acqui Storia. Dal 2014 è presidente di Torinoir, sodalizio di scrittori torinesi malati di noir.
Dialoga con l'Autore ANDREA CASCIOLI
ingresso libero
STREGA 2024
con
"CHI DICE E CHI TACE"
Sellerio editore
Un golfo dalla linea morbida, una lunga spiaggia di sabbia che corre parallela alla via Appia tra due colline, il Monte d'Oro e il Monte d'Argento. Un lungomare pieno di oleandri scandito da stabilimenti colorati e a volte sbiaditi, ognuno diverso dall'altro: la Tintarella, il Lido Delfini, il Lido del Pino, il Lido Maria, e molti altri. E poi la pizzeria Lu Rusticone, il bar Luccioletta, due chiese, una sola vera piazza. Poco più a sud scorre il fiume Garigliano e inizia la Campania. Subito a nord ci sono Formia, Gaeta, Sperlonga; in meno di due ore si arriva a Napoli e a Roma. Scauri, nel Lazio, sul Tirreno, seimila residenti nei mesi invernali e centomila nei mesi estivi. Un paese né bello né brutto, ma con una sua grazia scomposta. Qui ha scelto di vivere Vittoria, che è morta nella sua vasca da bagno. È stato uno stupido incidente. L'avvocato Lea Russo, un marito e due figlie, è sempre stata affascinata da Vittoria. Una donna distante ma curiosa, accogliente ed evasiva; nel parlare ha un fatalismo che lascia sgomenti. Era arrivata a Scauri con la sua risata che cominciava bassa e finiva acuta, aveva comprato una casa nella quale tutti potevano entrare e uscire, non aveva mai litigato con nessuno, non aveva mai cambiato taglio di capelli. Viveva con Mara, forse l'aveva adottata, forse l'aveva rapita, si dicevano tante cose. Ora Vittoria è morta per uno stupido incidente in una vasca da bagno, e Lea Russo non ne è convinta. Lea non vuole più accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Il primo romanzo per Sellerio di Chiara Valerio segna una traiettoria narrativa inedita. Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione. Niente è fermo, in "Chi dice e chi tace", le emozioni, gli amori, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono della memoria: tutto si muove, tutto si trasforma, tutto può sempre cambiare.